venerdì 25 aprile 2008

NO GLOBAL: PROCESSO COSENZA, TUTTI ASSOLTI

COSENZA - Tutti assolti. Ai giudici della Corte d'assise di Cosenza è stata sufficiente una camera di consiglio di poco più di un'ora e mezza per demolire le ipotesi accusatorie contro 13 militanti no global della Rete del sud ribelle, accusati di un reato gravissimo, associazione sovversiva, in relazione agli incidenti accaduti nel corso delle riunioni del G8 di Genova e del Global Forum di Napoli del 2001. Sono passate da poco le 19 quando la Corte rientra in aula e il presidente Maria Antonietta Onorati legge il dispositivo: la Corte "assolve tutti gli imputati da tutti i reati loro rispettivamente ascritti perché il fatto non sussiste". Una sentenza che non viene commentata dal pm Domenico Fiordalisi, che dall'inizio della vicenda giudiziaria, il 15 novembre 2002, quando scattarono gli arresti, ha seguito l'inchiesta. Il magistrato, alla lettura del dispositivo, scuro in volto, lascia immediatamente l'aula dalla porta riservata ai giudici. Le richieste di Fiordalisi erano state pesanti. Appena tre mesi fa aveva chiesto la condanna di tutti e 13 gli imputati a complessivi 50 anni di reclusione e 26 di libertà vigilata. Le condanne più pesanti, sei anni di reclusione e tre di libertà vigilata, Fiordalisi le aveva chieste per il deputato uscente di Rifondazione comunista Francesco Caruso; per il leader dei Disobbedienti del nord-est, Luca Casarini, e per Francesco Cirillo. Poi quelle minori: tre anni e sei mesi per Lidia Azzarita, Alfonso De Vito, Michele Santagata, Anna Curcio, Antonino Campennì, Salvatore Stasi e Peppe Fonzino; due anni e sei mesi per Vittoria Oliva, Claudio Dionesalvi ed Emiliano Cirillo. Tutte richieste respinte dalla Corte d'assise cosentina, che invece assolve tutti gli imputati al termine di un processo iniziato nel dicembre del 2004. E subito comincia la festa. Gli imputati presenti, tra i quali Caruso, ed un centinaio di no global che dal primo pomeriggio attendevano la sentenza, escono dal Tribunale e festeggiano con spumante e cori contro la Digos e inneggianti a "siamo tutti liberi". "E' la dimostrazione - commenta soddisfatto Caruso - che si é trattato di un teorema accusatorio costruito ad arte per aggredire e zittire i movimenti. Al di là di questa sentenza, dobbiamo organizzarci per continuare a sovvertire e cospirare felicemente a partire da oggi nei nostri territorio fino al G8 della Maddalena del 2009, quando ci ritroveremo a cospirare senza i Fiordalisi ed i loro teoremi repressivi tra le scatole". E mentre Caruso festeggia a Cosenza, uno dei suoi legali, Annalisa Senese, annuncia la richiesta di risarcimento dei danni, "anche per il ritardo con cui è stata riconosciuta l'innocenza degli imputati a causa dell'irragionevole durata del processo". "Molto contento" si dice anche anche Casarini, raggiunto dalla notizia dell'assoluzione lontano da Cosenza, che definisce la sentenza un "fatto politico importante" che "finalmente rovescia la verità artefatta che su Genova qualcuno voleva costruire. Questo 25 aprile sarà ancora più bello".
di Alessandro Sgherri - tratto da ANSA.it

giovedì 24 aprile 2008

25 APRILE, 63 ANNI DOPO

Quest’anno la Festa della Liberazione dal nazifascismo è un’occasione per festeggiare i 60 anni della nostra Costituzione, che ha voluto dare un senso preciso ad alcune bellissime parole: libertà, uguaglianza, pace, cittadinanza. Nel ricordo delle donne e degli uomini che per noi sognarono un Paese migliore l’Unione degli Universitari ha organizzato iniziative in tutta Italia promosse con l’obiettivo di continuare a coltivare la memoria del 25 Aprile! Noi a differenza del senatore Dell’Utri la Resistenza la vogliamo ricordare.
Non solo perché ci ha liberato dal nazifascismo, ma anche perché da essa è nata la Costituzione Italiana, che sancisce diritti troppo spesso dimenticati ma fondamentali per il mantenimento della democrazia e l’aumento della giustizia sociale. Abbiamo visto, di fronte alla delusione per la politica, un aumento delle organizzazioni studentesche neofasciste, che con le loro parole d’ordine xenofobe e il sostegno di alcuni esponenti della classe dirigente hanno creato una nuova cultura, se così si può chiamare, di violenza, esclusione, razzismo. Noi ci ribelliamo a questa cultura e lo facciamo ridando un senso alle parole della Costituzione: per noi sicurezza è pace, libertà è sapere, merito è pari opportunità e tradizione è memoria storica. Gli studenti e le studentesse riaffermano questi valori con manifestazioni, assemblee, visite nei luoghi della memoria.

giovedì 17 aprile 2008

INCONTRO CON PINO MASCIARI

martedì 15 aprile 2008

PRO MEMORIA:INCONTRO CON PINO MASCIARI

L'ALBA DEL GIORNO DOPO

sabato 12 aprile 2008

Dispositivo conclusivo Conferenza d'Organizzazione regionale CGIL Calabria

La CGIL Calabria, nell'ambito della Conferenza d'Organizzazione regionale, tenutasi a Caposuvero nei giorni 3 e 4 Aprile 2008, assume il documento politico nazionale e regionale; fa propria la relazione della compagna Vera Lamonica, segretaria generale CGIL Calabria e l'intervento del compagno Mauro Guzzonato, segretario nazionale CGIL e i contributi venuti dal dibattito. Con la Conferenza regionale d'Organizzazione si conclude una fase di intenso lavoro e d'iniziativa politica della CGIL Calabria che ha coinvolto, attraverso le 77 conferenze di Categoria territoriali; le 7 conferenze Confederali di territorio; le 11 conferenze regionali di Categoria e le conferenze delle Donne, dei Giovani delegati e del Sistema Servizi, migliaia di lavoratrici e lavoratori. Iscritti, giovani quadri, Rsu aziendali, precari, disoccupati, pensionati che hanno fornito un prezioso contributo di idee, elaborazioni, proposte, critiche per Rinnovare, Rafforzare ed Adeguare la CGIL Calabria al nuovo contesto sociale, economico e istituzionale realizzatosi nella nostra regione. Una discussione contrassegnata da una tensione etica e ideale che non va dispersa e che dovrà sempre più rappresentare il terreno di coltura in grado di dare concretezza ad una rinnovata missione sindacale che abbia come riferimento la centralità del lavoro dalla quale nessuna politica di sviluppo può prescindere. La Calabria, oggi più che mai, esprime una domanda di spirito etico e senso delle istituzioni, di cambiamento e di rinnovamento. Avverte la necessità e il bisogno di voltare pagina, di lasciarsi alle spalle antiche arretratezze, provando a trovare una propria via per lo sviluppo. Lo esigono i tanti giovani laureati e diplomati che continuano ad abbandonare una terra avara d'opportunità, le lavoratrici e i lavoratori precari che operano da anni nella pubblica amministrazione, sfruttati e costretti a rincorrere come un miraggio il sogno della stabilizzazione, i lavoratori espulsi dalle attività produttive in crisi, i giovani e le donne disoccupati e inoccupati mai entrati nel mercato del lavoro, i tantissimi anziani che vivono in uno stato di endemico disagio e povertà, le popolazioni delle zone interne, i migranti su cui è esercitata una pressione e una discriminazione insopportabile, le tante imprese, sane, moderne, intraprendenti bloccate e messe in ginocchio dalla presenza soffocante della �ndrangheta, attraverso l'esercizio d'una oppressione e di un crescente clima di violenza, che non ha precedenti nella storia della nostra regione. Una crescita invasiva, quella della �ndrangheta, che va oltre la Calabria, e che trova linfa vitale nel rapporto e negli intrecci di interessi con i livelli dell'apparato burocratico, politico, amministrativo ed imprenditoriale. Determinando un vero e proprio sistema di rapina delle risorse pubbliche, che mortifica i livelli del vivere civile comprimendo le libertà individuali e collettive, restringendo gli spazi di democrazia e vanificando sul nascere qualsivoglia politiche di sviluppo. Va rafforzata, quindi, la capacità investigativa e repressiva da parte degli organi dello Stato, puntando ad individuare i flussi economici criminali e recidendo i legami con la politica, la pubblica amministrazione e l'imprenditoria. E' questa una situazione che va affrontata e superata con la consapevolezza che oggi alle forze sane della regione, alla CGIL e all'insieme del Movimento Sindacale è assegnato un ruolo difficile e importante ma anche di speranza, che richiede grande incisività, coerenza e coraggio. E' necessaria, pertanto, una azione sindacale forte che coniughi la difesa e l'espansione dei diritti dei lavoratori con la necessità, non più rinviabile, di dare corso a politiche di sviluppo economico-sociale solidali, che favoriscano la coesione dei territori e che facciano leva sulla specificità delle risorse naturali, umane e culturali endogene. Facendo della legalità e della sicurezza, della trasparenza nella gestione della cosa pubblica e della programmazione delle ingenti risorse Comunitarie, le condizioni essenziali per una effettiva e positiva modernizzazione della Calabria. Non dimenticando l'altissimo tributo di vite umane, e di infermità invalidanti, che i lavoratori e le lavoratrici della Calabria stanno pagando rispetto agli incidenti sul lavoro. L'emanazione del Testo Unico sulla Sicurezza rappresenta una prima risposta strutturale. E' necessario, ora, una nostra incisiva e continua azione di rilancio delle tematiche della sicurezza e prevenzione, a partire dalla costituzione delle RLS e degli RLST in tutti i luoghi di lavoro e sul territorio. Occorre, quindi, rinnovare e rafforzare il profilo della nostra organizzazione, adeguandola al nuovo contesto e dotandola di nuovi strumenti operativi. L'obiettivo essenziale che vincola e impegna tutti i livelli di direzione della CGIL Calabria è da perseguire attraverso:
la costituzione del NIDIL in tutti i territori e a livello regionale;
la costituzione, in tutte le strutture, del Dipartimento per le politiche a tutela dei diritti dei Migranti;
la costituzione della Consulta regionale dei giovani quadri e delegati;
la costituzione dei Forum delle Donne;
l'impegno, almeno due volte l'anno, della convocazione della assemblea della rappresentanza sindacale di base;
la costituzione delle cabine di regia, nell'ambito dei dipartimenti d'organizzazione, a livello regionale e confederale territoriale, con funzione di coordinamento e di indirizzo delle politiche dei servizi, che comprenda il livello confederale, le categorie, lo SPI e il Sistema dei Servizi;
la costituzione dell'osservatorio regionale sulla contrattazione di II° livello e sulla attività degli Enti Bilaterali;
dare luogo, anche in Calabria, all'accorpamento della Filtea e della Filcem;
procedere diffusamente alla costituzione dei Comitati degli iscritti oltre che nei luoghi di lavoro, nelle Camere del Lavoro Comunali e Zonali. E' necessario, inoltre:
avviare un progetto Confederale, strutturato e permanente, di formazione rivolto al quadro dirigente, fortemente calibrato sui giovani e sulla RSU,RSA e RLS;
nelle province dove insistono più strutture territoriali, occorrerà dare corso alla costituzione di Coordinamenti di Settore e di Categorie per promuovere azioni omogenee, piattaforme rivendicative contrattuali condivise su materie e problematiche di riferimento contrattuale provinciale.
sviluppare una riflessione relativa alle categorie che per le trasformazioni, regionali e territoriali in atto, sono costrette a svolgere, sempre meno, o limitatamente un ruolo di contrattazione, individuando, con i livelli nazionali, sbocchi e percorsi organizzativi che ne favoriscano, se ritenuto utile e funzionale, il possibile superamento.
realizzare attraverso la contrattazione di filiera, di sito e di distretto, una nuova rete di rappresentanza intercategoriale, che permetta la ricomposizione del lavoro a partire dal coordinamento nei settori dove insistono più Contratti Nazionali;
coordinare a livello regionale l'avvio e l'attività degli UVL e dei SOL;
costituire un coordinamento tra confederazione regionale, categorie e territori per rendere ancora più funzionale il processo di canalizzazione;
dotare l'organizzazione dell'Anagrafe degli iscritti e dell'Anagrafe delle aziende per la realizzazione d'una banca dati;
rafforzare e ampliare il rapporto di collaborazione con le associazioni collaterali e di emanazione sindacale quali: Federconsumatori, Sunia, Auser e Alpa;
valorizzare e rendere permanente il legame tra la CGIL e i giovani studenti medi e universitari attraverso la collaborazione con l'UDU;
le Camere del Lavoro, unitamente agli attuali Centri Regolatori, devono concorrere alla selezione dei gruppi dirigenti. La CGIL ha bisogno di una nuova e più forte Confederalità, che a livello territoriale sia in grado di dare corpo ad azioni sindacali e rivendicative che perseguano obiettivi di politiche sociali che abbiano come elementi centrali l'inclusione, la solidarietà, il riequilibrio territoriale, e accanto, politiche di sviluppo economico che possano determinare lavoro e buona occupazione. In merito alle Camere del Lavoro locali, occorre recuperare il ruolo originario di presidio democratico del territorio, rilanciandone la funzione politica confederale, perseguendo una loro crescita nel territorio e nelle Città. Camere del Lavoro che, a partire da una nuova qualità delle tutele, tornino ad essere elemento di elaborazione, spazio democratico di confronto tra le associazioni, luogo di Direzione della Contrattazione Sociale e Territoriale, attraverso livelli di Coordinamenti nei quali interagiscono la Confederazione, le Categorie, il Sistema dei Servizi, le Leghe SPI. Con la Conferenza lanciamo la campagna straordinaria di adesione e di proselitismo alla CGIL, con le modalità e le forme previste nel documento politico regionale già approvato dal Comitato Direttivo regionale.
Caposuvero 3-4 aprile 2008

mercoledì 9 aprile 2008

PINO MASCIARI INCONTRA GLI STUDENTI DELL'UNICAL

Mercoledì 16 aprile alle ore 16.00, presso la sala stampa dell'Aula Magna dell'Università della Calabria, Pino Masciari (www.pinomasciari.it), imprenditore calabrese in "esilio" per aver denunciato la criminalità organizzata, incontra gli studenti dell'Unical grazie ad un'iniziativa promossa ed organizzata dall'Unione degli Universitari di Cosenza, in collaborazione con il gruppo calabrese "Gli Amici di Pino Masciari".
L'intento di Masciari, grazie alla suddetta iniziativa, è quello di continuare a testimoniare il suo senso dello Stato e la sua fiducia per le Istituzioni, cercando di aggregare intorno a sè tutte le forze e le intelligenze che vogliono impegnarsi seriamente nella lotta alle mafie senza strumentalizzazioni o condizionamenti politici, puntando a sensibilizzare soprattutto gli studenti e le nuove generazioni.

domenica 6 aprile 2008

L'UDU COSENZA PARTECIPA ALLA CONFERENZA D'ORGANIZZAZIONE DELLA CGIL CALABRIA

Lo scorso 3-4 aprile a Gizzeria si è svolta la Conferenza d’Organizzazione della CGIL Calabria. A questa ha preso parte, come invitata, anche una delegazione dell’Unione degli Universitari di Cosenza. Guerino Nisticò Coordinatore dell’UdU Cosenza ha avuto, inoltre, la possibilità di intervenire e di esprimere la posizione degli studenti rispetto all’impegno sindacale, sottolineando i motivi che hanno portato la nostra associazione a decidere di condividere un percorso sindacale in condizione di reciprocità con la Cgil Calabria. Una sinergia che di fatto è stata ufficializzata con l’inserimento nel documento conclusivo della Conferenza d’Organizzazione, di un ordine del giorno proposto dall’UdU Cosenza che accompagna il patto di collaborazione che si rifà alla convenzione nazionale che l’UdU ha sottoscritto con la CGIL per quanto riguarda l’erogazione dei servizi agli iscritti. Un passo importante per l'Udu Cosenza e per tutti coloro che quotidianamente stanno riscrivendo la nuova storia del sindacato studentesco all'Università della Calabria.

martedì 1 aprile 2008

'NDRANGHETA? NO, GRAZIE!!!

L’Unione degli Universitari di Cosenza ha partecipato con entusiasmo alla manifestazione nazionale indetta da Libera in ricordo di tutte le vittime delle mafie, oramai alla XIII edizione, e che quest’anno si è svolta a Bari. La nostra “presenza-partecipazione” ha rappresentato e vuole rappresentare il frutto di un lungo percorso che costruiamo ogni giorno nelle Università e nelle Facoltà, a livello locale ed a livello nazionale con tutte le altre basi confederali della nostra Organizzazione sindacale studentesca. Assemblee, conferenze, dibattiti e cineforum, denunce e “fare sindacato” sono tutte pratiche che l’UdU svolge da sempre, con l’obiettivo di finalizzarle concretamente alla costruzione di un mondo libero dalle mafie. Purtroppo anche gli studenti universitari assistono sempre più spesso a fenomeni di illegalità, come dimostrano i continui scandali emersi negli Atenei dove con raccomandazioni e favoritismi si tenta di scardinare il criterio del merito. A chi vuole costruire un Italia fondata sulla paura e sul clientelismo, la risposta più forte non può che venire dalla vera formazione: da quella formazione che libera i ragazzi dalle mafie e che è fonte di vero sviluppo economico. Per queste ragioni l’UdU Cosenza ha portato con sé in piazza a Bari non soltanto il grido di una generazione che vuole vivere libera dalle mafie, ma anche la consapevolezza che la libera circolazione della conoscenza e un’università dove si realizzi pienamente il merito di ciascuno … sono le armi più forti contro l’illegalità. Le nostre attività, in quanto sindacato studentesco, sono principalmente rivolte alla tutela dei diritti degli studenti ma siamo inoltre impegnati in attività culturali tese a sensibilizzare gli studenti calabresi rispetto alla necessità di cambiamento della nostra regione, nella piena convinzione che un'altra Calabria è possibile. Per questo quotidianamente ci impegniamo ponendoci come linea guida e obiettivo principale il ripristino della legalità nella nostra terra. Ecco perchè VOGLIAMO porre al centro dell'attenzione del mondo accademico e di ogni cittadino il problema del fenomeno mafioso inteso nella sua complessità come un male da combattere con forza e convinzione. Abbiamo letto con attenzione la Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia sul fenomeno e sull'attività della 'Ndrangheta. Di questa abbiamo apprezzato il fatto di aver messo in risalto gli intrecci e il radicamento delle 'ndrine sul territorio nazionale. Riteniamo importante che i calabresi, soprattutto i giovani, siano oggi in grado di cogliere l'importanza dei contenuti della suddetta relazione e delle tante battaglie civili, sociali e culturali di tutto il popolo dell’Antimafia. Perciò crediamo che la strada da percorrere sia quella della più ampia diffusione del messaggio che la lotta alla 'ndrangheta e la diffusione della cultura della legalità siano il presupposto necessario per il progresso della Nostra Regione. Ecco perché ABBIAMO ORGANIZZATO con passione ed entusiasmo un dibattito pubblico per discutere del problema e del fenomeno della 'Ndrangheta con la consapevolezza che discuterne approfonditamente è importantissimo ed oggi più che mai necessario per il bene di tutta la nostra Regione.