domenica 10 febbraio 2008

IN RICORDO DEI CADUTI DELLE FOIBE

Le Foibe, non sono solo voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall'erosione di corsi d'acqua, che possono raggiungere anche i 200 metri di profondità, ma rappresentano anche delle inguaribili ferite nella memoria e nella coscienza di molti italiani. In quei luoghi dall'8 settembre del 1943 e fino a tutto il 1946, in Istria prima e poi nel territorio di Trieste e in gran parte della Venezia Giulia, i partigiani delle formazioni titine, usavano le foibe per eliminare, gettandoveli dentro, i "fascisti italiani", militari o civili che fossero. Comunemente, prima di essere gettati nelle fosse, gli uomini e le donne, rastrellati e strappati dalle loro case e condannati senza processo alcuno, erano evirati, stuprati, accecati, torturati. Alcuni furono legati a cadaveri con filo spinato e quindi gettati vivi nei crepacci. Il numero così delle persone sterminate non è mai stato accertato. Nelle foibe furono precipitati civili d'ogni credo e colore politico.
La commeroazione dei caduti nelle Foibe, così come lo è quella della Giornata della Memoria, non deve essere solo un momento di pura riflessione o peggio una semplice contrapposizione tra tragedie. Speriamo che momenti come questi siano il punto di partenza di una nuova storia, immune da drammi e violenze contro lo "straniero" o il "diverso".

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