lunedì 9 febbraio 2009

Difendiamo la democrazia del Nostro Paese

La democrazia italiana sta subendo in queste ore un attacco senza precedenti dal dopoguerra ad oggi.
Il Presidente del Consiglio che vergognosamente usa la dolorosa vicenda di Eluana Englaro come strumento per scavalcare la Costituzione annunciando l'intenzione di cambiarla se dovesse rappresentare un ostacolo in questa triste vicenda. Il Vaticano dal canto suo afferma di essere deluso dal Presidente della Repubblica che altro non ha fatto che adempiere a pieno alle sue funzioni di garante della carta costituzionale. Il Governo, dopo aver esautorato il Parlamento dalle sue funzioni a colpi di decreti legge e di voti di fiducia, ora intende anche esautorare il Capo dello Stato dai suoi doveri.
L'Unione degli Universitari intende partecipare alle iniziative che verranno organizzate in queste ore nelle piazze italiane per manifestare la propria contrarietà a questo accanimento contro la dignità umana e per esprimere solidarietà al Capo dello Stato e ai principi di costituzionalità che egli rappresenta e che sono oggi sotto un dittatoriale attacco.

venerdì 6 febbraio 2009

13 FEBBRAIO - APPELLO ALLA MOBILITAZIONE.

L’Unione degli Universitari lancia un appello per le manifestazioni che dal 13 Febbraio riapriranno il percorso di mobilitazione dei lavoratori. Oggi tanto il mondo del lavoro quanto quello dell’istruzione sono sotto un forte attacco da parte del Governo. Un mondo del lavoro fatto di certezze è per i giovani sempre più un miraggio, un mondo del lavoro precario oggi è per i figli di questi lavoratori una difficoltà in più per i loro studi.

Chiediamo all’intero mondo giovanile di condividere il nostro appello perchè i lavoratori non siano soli in piazza, perchè gli studenti ed i giovani sono tutt’altro che esenti dalle conseguenze di ciò a cui la crisi sta portando nel mondo del lavoro.
Di seguito l'appello.

NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!

Noi la crisi non la paghiamo! Lo slogan che ha caratterizzato il movimento studentesco di questo autunno raccoglie in sé la mancata rassegnazione di una generazione priva di prospettive, che vede, a differenza delle generazioni precedenti, un futuro precario.

Siamo la generazione che per prima vede la precarietà a tempo indeterminato, che per prima vede la mancanza di stabilità, che per prima vede l’impossibilità di autodeterminarsi. Siamo la prima generazione senza futuro.

Ma in questo contesto di continuo smantellamento di certezze sociali per le nuove generazioni, inevitabile conseguenza di un rafforzamento dei poteri forti del nostro Paese, il Governo ha deciso che la maniera migliore per affrontare la grave crisi economica che sta imperversando è attaccare la spesa pubblica, dagli ammortizzatori sociali, per i lavoratori che subiscono la cassa integrazione, al sistema di istruzione, primo motore del progresso sociale, culturale ed economico del Paese.

Le linee guida per l’Università presentate dal Ministro Gelmini sono solo l’ultimo atto di una serie di provvedimenti volti a scardinare il carattere pubblico del sapere e del diritto allo studio. Non possiamo accettare un sistema di formazione che ripone i suoi cardini nelle barriere all’accesso, nella dipendenza da finanziamenti privati, nei prestiti d’onore, nella mancanza di un valore legale al titolo di studio.

Oggi tanto il mondo del lavoro quanto quello della formazione sono sotto attacco. Gli strumenti largamente usati dalle imprese per affrontare la crisi sono la cassa integrazione per i lavoratori con contratto stabile ed il licenziamento per i lavoratori precari., strumenti che hanno riguardi esclusivamente per i bilanci delle imprese e non per il futuro dei lavoratori e dello stato sociale. Un lavoratore in cassa integrazione e un precario licenziato non hanno prospettive per il loro futuro, né per i loro figli a cui il Governo deve garantire la possibilità di accedere ai gradi più alti di formazione attraverso un sistema di agevolazioni che vanno oltre l’erogazione di finanziamenti atti alla copertura delle borse di studio per un solo anno.

Il taglio dei finanziamenti all’istruzione, il licenziamento di migliaia di precari, i provvedimenti di riduzione per i futuri trattamenti pensionistici sono misure che tolgono dignità sociale alle fasce deboli della popolazione che, invece di venire tutelate dalla crisi, diventano i principali soggetti a cui il Governo vuole far pagare le conseguenze. L’Unione degli Universitari ritiene, pertanto, importante riprendere il cammino di mobilitazione insieme ai lavoratori, come in occasione dello sciopero generale della CGIL del 12 Dicembre. Torneremo in piazza a partire dalla manifestazione del 13 Febbraio di FIOM e Funzione Pubblica della CGIL, per continuare con quella dello SPI il 4 Marzo e della FLC di fine Marzo la mobilitazione generale della CGIL prevista per il 4 Aprile. Saremo in piazza con il sindacato per affiancare alle istanze dei lavoratori la tutela del diritto allo studio, perchè le conseguenze di questa crisi non posso ricadere su lavoratori, pensionati e studenti, perchè esistono politiche diverse per uscire dalla crisi, politiche che devono vedere la centralità dei temi del lavoro, della formazione, della conoscenza, del diritto allo studio.

martedì 3 febbraio 2009

UDU CONTRO IL NUMERO CHIUSO

E’ stata convocata l’udienza di merito per il Maxi-ricorso presentato dall’Unione degli Universitari per i concorsi per l’accesso al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno accademico 2007/08.
L’Unione degli Universitari si aspetta una sentenza definitiva che ponga un punto fermo in questa estenuante battaglia giudiziaria e culturale che, per l’UdU, trascende gli errori contenuti nei test e riguarda la concezione di Numero Chiuso come violazione del Diritto allo Studio. Per questo si intende precisare che la preoccupazione dell’UdU in questa contesa giudiziaria è non solo la tutela dei ricorrenti, ma anche di coloro che, invece, sono entrati con il concorso “sotto accusa” e oggetto di causa.
L’Unione degli Universitari dopo la pronuncia del Consiglio di Stato auspica una responsabile presa di posizione da parte del Legislatore che scaturisca da una risposta politica al problema dei ricorrenti e degli studenti ammessi, nonché del numero chiuso, strumento di selezione che questo ricorso sta dimostrando essere una evidente violazione del diritto allo studio.

fonte:www.udu.it