Celebriamo quest’anno il 25 aprile in una situazione molto difficile per l’Italia, non solo per
la grave crisi economica e sociale che essa attraversa, ma anche per i pesanti attacchi
all’ordinamento democratico e costituzionale.
Per questo vogliamo richiamare nell’attualità i grandi valori dell’antifascismo e della
democrazia, affermati con il movimento di Liberazione nazionale che ha rinnovato l’Italia.
Ormai più di mezzo secolo ci separa da quella data, ma il percorso di lotte e sacrifici che
ad essa ha condotto e i risultati che da essa sono scaturiti, in sostanza la sua eredità,
devono essere continuamente rievocati, affinché il presente sia compreso e affrontato, in
nome dell’interesse generale, anche e forse soprattutto attraverso la conoscenza del
passato. Solo così il 25 aprile, lontano dall’assumere il valore di una ricorrenza meramente
formale, può costituire il punto di partenza per una riscossa delle forze sane del Paese.
Se la Liberazione è stata sostanzialmente realizzata dagli alleati – con il contributo
essenziale della Resistenza – la trasformazione istituzionale della nostra Patria da
monarchia a repubblica nonché l’elaborazione e l’entrata in vigore della Costituzione sono
state merito esclusivo del nostro popolo che ha voluto e saputo cambiare l’identità
dell’Italia, da paese totalitario a paese democratico nel senso più avanzato e lungimirante,
anche alla luce di quello che fu in pari tempo il varo dello Statuto dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite che ha consacrato per la prima volta a livello internazionale la parità dei
diritti di tutti gli esseri umani.
Per la pace nel mondo e per un futuro desiderabile dell’Italia è necessaria e urgente una
diffusa, appassionata e unitaria assunzione di responsabilità, capace di contrastare
validamente e sconfiggere un’insidiosa deriva populista che sta allontanando le istituzioni
e la società italiana dalla Costituzione repubblicana per dar luogo ad un sistema
autoritario, incontrollato e personalistico. Frutto di questa degenerazione politica è per
esempio il tentativo di equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani con una proposta di
legge (n. 1360) contro cui l’ANPI è impegnata e che deve essere bloccata con il contributo
di tutte le forze istituzionali e democratiche. Dobbiamo difendere la Costituzione, bussola
della democrazia, e pretenderne l’attuazione.
Occorrono senso di responsabilità, affermazione del bene comune, spirito fortemente
unitario, scelte democratiche e coraggio nel prendere le decisioni politiche idonee a
garantire il progresso civile e sociale del nostro Paese.
Questa è la sfida sempre attuale del 25 aprile.
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