Tutto il mondo sta attraversando un momento di difficoltà senza precedenti a causa della crisi economica che ha colpito il sistema economico e finanziario. La crisi si innesta nel nostro Paese in un sistema produttivo già diffusamente debole e bisognoso di innovazioni, su una situazione infrastrutturale che soffre carenze decennali, su un welfare e su un sistema di istruzione e formazione che soffre da anni per i tagli e per la mancanza di un progetto da parte dei governi centrali e locali.
In questo quadro di forte e strutturale debolezza, le risposte del governo alla crisi risultano del tutto insufficienti e inadeguate. D’altro canto emerge chiaramente il disegno della maggioranza di utilizzare la crisi per mettere in campo un’azione di cambiamento radicale delle regole della nostra democrazia, che va dall’attacco alla Costituzione fino ai tentativi di snaturare e modificare nel suo DNA il ruolo del sindacato confederale e più in generale delle forze di rappresentanza sociale.
Noi siamo convinti che l’università si possa cambiare e che esistano misure che il Governo può mettere in atto per garantire il permanere di un sistema di formazione pubblico ed un sostegno affinché anche in una fase di crisi i giovani continuino ad avvicinarsi all’università indipendentemente dalle proprie condizioni economiche leggendo l’investimento sulla formazione come un investimento sul futuro.
Chiediamo al Governo di fare sì che la crisi non paralizzi la nostra possibilità di studiare: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo al Governo e al Parlamento l’abrogazione della Legge che istituisce in Italia il numero chiuso e l’approvazione di una nuova legge sull’accesso all’università che garantisca a tutti pari opportunità di proseguire gli studi.
Chiediamo al Governo e al Parlamento l’abolizione degli ordini professionali, retaggio medievale e ulteriore barriera per i giovani sulla strada della propria realizzazione.
Diciamo no al numero chiuso, perché il nostro sistema formativo e l’accesso alle professioni siano liberi a tutti: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo che non venga toccato il valore pubblico della formazione e che venga abolita la possibilità di trasformazione in fondazione degli Atenei.
Chiediamo che non si tocchi il valore legale del titolo di studi! Diciamo no alle privatizzazioni, perché la formazione continui ad essere un bene pubblico e perché venga mantenuto il valore legale del titolo di studi: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo un adeguamento dei parametri ISEE per l'attribuzione dei benefici erogato dagli Enti per il Diritto allo Studio che amplii la platea degli aventi diritto.
Per questo difendiamo il tetto del 20% sul Fondo di Finanziamento Ordinario come limite massimo per la quota di bilancio proveniente dalla tassazione.
Chiediamo che vengano introdotte sanzioni certe per gli Atenei che non rispettano questo limite.
Chiediamo che venga stabilito a livello nazionale il vincolo che i sistemi di tassazione universitari si basino su una fasciazione continua, evitando in questo modo che studenti con un reddito di poco differente paghino tasse consistentemente differenti.
Diciamo no all’aumento delle tasse universitarie e chiediamo una redistribuzione più equa delle spese.
Chiediamo interventi straordinari di sostegno al Diritto allo Studio per chi proviene da famiglie colpite dalla crisi, a partire dalla gratuità delle mense e dei trasporti locali e dalla rimodulazione immediata della seconda rata delle tasse.
Chiediamo l'istituzione di un fondo perché gli studenti possano usufruire di un prestito a tasso zero con cui coprire i primi mesi d'affitto e le prime spese per la casa.
Chiediamo al Governo di fare sì che la crisi non paralizzi la nostra possibilità di studiare: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
In questo quadro di forte e strutturale debolezza, le risposte del governo alla crisi risultano del tutto insufficienti e inadeguate. D’altro canto emerge chiaramente il disegno della maggioranza di utilizzare la crisi per mettere in campo un’azione di cambiamento radicale delle regole della nostra democrazia, che va dall’attacco alla Costituzione fino ai tentativi di snaturare e modificare nel suo DNA il ruolo del sindacato confederale e più in generale delle forze di rappresentanza sociale.
Noi siamo convinti che l’università si possa cambiare e che esistano misure che il Governo può mettere in atto per garantire il permanere di un sistema di formazione pubblico ed un sostegno affinché anche in una fase di crisi i giovani continuino ad avvicinarsi all’università indipendentemente dalle proprie condizioni economiche leggendo l’investimento sulla formazione come un investimento sul futuro.
Chiediamo al Governo di fare sì che la crisi non paralizzi la nostra possibilità di studiare: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo al Governo e al Parlamento l’abrogazione della Legge che istituisce in Italia il numero chiuso e l’approvazione di una nuova legge sull’accesso all’università che garantisca a tutti pari opportunità di proseguire gli studi.
Chiediamo al Governo e al Parlamento l’abolizione degli ordini professionali, retaggio medievale e ulteriore barriera per i giovani sulla strada della propria realizzazione.
Diciamo no al numero chiuso, perché il nostro sistema formativo e l’accesso alle professioni siano liberi a tutti: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo che non venga toccato il valore pubblico della formazione e che venga abolita la possibilità di trasformazione in fondazione degli Atenei.
Chiediamo che non si tocchi il valore legale del titolo di studi! Diciamo no alle privatizzazioni, perché la formazione continui ad essere un bene pubblico e perché venga mantenuto il valore legale del titolo di studi: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
Chiediamo un adeguamento dei parametri ISEE per l'attribuzione dei benefici erogato dagli Enti per il Diritto allo Studio che amplii la platea degli aventi diritto.
Per questo difendiamo il tetto del 20% sul Fondo di Finanziamento Ordinario come limite massimo per la quota di bilancio proveniente dalla tassazione.
Chiediamo che vengano introdotte sanzioni certe per gli Atenei che non rispettano questo limite.
Chiediamo che venga stabilito a livello nazionale il vincolo che i sistemi di tassazione universitari si basino su una fasciazione continua, evitando in questo modo che studenti con un reddito di poco differente paghino tasse consistentemente differenti.
Diciamo no all’aumento delle tasse universitarie e chiediamo una redistribuzione più equa delle spese.
Chiediamo interventi straordinari di sostegno al Diritto allo Studio per chi proviene da famiglie colpite dalla crisi, a partire dalla gratuità delle mense e dei trasporti locali e dalla rimodulazione immediata della seconda rata delle tasse.
Chiediamo l'istituzione di un fondo perché gli studenti possano usufruire di un prestito a tasso zero con cui coprire i primi mesi d'affitto e le prime spese per la casa.
Chiediamo al Governo di fare sì che la crisi non paralizzi la nostra possibilità di studiare: per questo il 4 aprile saremo in piazza, insieme ai lavoratori e ai pensionati della CGIL.
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