venerdì 18 gennaio 2008

"AL MAGNIFICO RETTORE" 30 anni di precariato


Nell’Aula Magna (sala A) dell’Unical, l’Unione degli Universitari di Cosenza ha organizzato – alle ore 10:30 di mercoledì 16 Gennaio - un incontro-dibattito sul tema del “precariato universitario” e sulla situazione di precarietà di lavoro di molti giovani calabresi. L’iniziativa ha preso spunto dal libro-inchiesta “Al Magnifico Rettore” del professor Tonino Perna (docente e sociologo dell’Università di Messina) il quale, presente all’iniziativa, ha dato il proprio contributo fornendo stimoli e riflessioni sulla “precarietà del mondo universitario” da 30 anni a questa parte raccontando, inoltre, la propria esperienza personale. L’incontro è stato introdotto dal Coordinatore dell’UdU Cosenza, Nisticò Guerino, che ha relazionato brevemente sull’argomento mettendo sul tavolo della discussione una serie di problematiche legate alla condizione socio-economica, ed allo stato giuridico, dei soggetti in formazione all’interno del panorama universitario cosentino e regionale. I saluti di casa sono arrivati anche dal Magnifico Rettore dell’Unical, prof. Giovanni Latorre, che cogliendo l’occasione ha approfondito l’argomento relazionando su come l’Università della Calabria sia una delle università più virtuose d’Italia, rappresentando inoltre un importante polo di eccellenza in termini di ricerca e formazione. Un Ateneo virtuoso, quello di Arcavacata, che si è visto privato dalla recente manovra finanziaria nazionale di importantissimi fondi di trasferimento, legati a parametri di eccellenza. Una querelle, quest’ultima, balzata agli onori delle cronache regionali e nazionali. Questi fondi di premialità avrebbero potuto garantire, secondo il rettore dell’Università della Calabria, a parte dei ricercatori e assegnisti che spendono la loro professionalità e le proprie energie nell’Unical, una situazione di stabilità economica e certezza occupazionale. Ha contribuito alla discussione anche, Osvaldo Pieroni, docente Unical, con un’attenta riflessione sul mondo della ricerca ha spiegato come la ricerca possa offrire a più livelli sbocchi occupazionali. Questo, secondo il sociologo, può avvenire solo se le università e le istituzioni a vari livelli credono nella ricerca e attraverso azioni e strategie di governo diano un contributo sostanziale alla ricerca. Ad arricchimento della discussione ha relazionato le proprie tesi anche Vladimiro Sacco, esponente della CGIL Calabria, il quale ha illustrato il panorama attuale del mondo del lavoro, di come la flessibiltà si stia traducendo nella maggior parte dei casi in precarietà delle condizioni lavorative e di vita. Inoltre condividendo le analisi precedenti ha sottolineato il ruolo dell’iniziativa sindacale nella tutela dei diritti non solo del lavoro ma anche dei diritti sociali, che non spettano solo ai “lavoratori classici”, ma anche a tutte quelle categorie di soggetti che nel quadro normativo non riescono a trovare una collocazione per rivendicare questi diritti. L’obiettivo era quello di promuovere l’avvio di una riflessione sul tema del “precariato” e di affrontarne tutte le sue conseguenze ed implicazioni attraverso il confronto con gli studiosi del fenomeno e con gli addetti ai lavori. Il pubblico cospicuo ed attento ha recepito il messaggio e non sono mancati i contributi da loro parte. Le testimonianze dirette di ricercatori, da circa dieci anni precari, hanno sensibilizzato ancor di più i presenti. In un clima di condivisione e annoveramento delle criticità economiche e sociali conseguenza innegabile della precarietà la discussione – a detta di molti- interessante, si è prolungata anche fuori la saletta dell’aula Magna. Indicatore che ci evidenzia come questo problema sia molto sentito e a volte sia sintomo di preoccupazione delle decine di studenti che una volta conseguito il titolo di studio sono costretti a vivere in un clima di incertezza pur di immettersi nel mercato del lavoro.

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