venerdì 18 gennaio 2008

GIORNATA DELLA MEMORIA, IL NOSTRO CONTRIBUTO

Capire i motivi per cui si dimentica e per cui si ricorda non è un esercizio banale. È la strada per passare in via diretta dalla teoria alla pratica, e far comprendere, soprattutto alle giovani generazioni che questo Giorno della memoria non è una celebrazione retorica, né serve per dare lustro a qualche nobile monumento della nostra storia. La memoria della memoria, questa espressione sembrerebbe una “battuta” assurda o uno slogan pubblicitario. E sarebbe davvero tale, se la memoria consistesse nell’apertura di un nostro archivio segreto (individuale o collettivo, poco importa) per riportarne alla luce informazioni preziose che la trascuratezza o, peggio, la volontà di dimenticare, avrebbero tentato di occultare.
Ma non è necessariamente così. La memoria è un possente strumento per capire e per rispondere alle sollecitazioni del presente. La guerra nel Mondo, il Medio Oriente in fermento, il minacciato “scontro di civiltà” dimostrano che l’odio fra le genti e le stragi degli innocenti non sono una pura e semplice eredità del passato.
Ci siamo posti, allora, la domanda angosciante: ma sarà sempre così, anzi, sempre più così? La risposta implicita che abbiamo cercato di dare a questa domanda è stata di concludere che la Shoah è stata a tal punto mostruosa da risultare incomprensibile con i comuni strumenti della mente umana, che è stata, in una parola, “follia”, sia pure follia criminale: follia degli uomini, follia di un intero popolo, follia di Hitler.
E, come tale, almeno per coloro che credono nella razionalità di fondo dello spirito umano, irripetibile. Tanto da giustificare l’autentico giuramento con il quale si concludono tutte le manifestazioni del nostro tempo: “Mai più”. Sentiamo però che questo modo di affrontare la memoria non è più sufficiente. Perché la nostra premessa non è scevra da critiche; la memoria non è, infatti, un supporto magnetico cui attingere dati ma è una funzione attiva della nostra mente, che sa in partenza a quale tipo di dati rivolgere la propria attenzione e quali, invece, trascurare; che sa in partenza quali sono i problemi che deve affrontare e, spesso, ha già formulato, se non proprio un giudizio definitivo, almeno delle ipotesi di risposta; e cerca “nella memorie” quei dati che possono confermare o respingere il giudizio stesso. Possiamo dunque indicare dei cosiddetti “valori” che sono in realtà giudizi dei quali siamo già forniti a priori e che orientano il nostro modo di scavare in profondità nella memoria? Certamente, sì. Il primo dei nostri valori si chiama civiltà ed esso significa il procedere del consorzio umano dalla legge del trionfo del più forte a quella del supporto per i più deboli. Il secondo valore, la cultura, che serve a comprendere e riconosce le varietà umane, la ricchezza degli “altri” popoli , delle altre lingue, delle altre Fedi. Il terzo valore, infine, indica il dialogo, il confronto, la trattativa, come unici strumenti che possono risolvere i contenziosi umani, proibendo, come reato, qualsiasi ricorso alla violenza. “Memoria” significa allora scavare nel passato in modo selettivo, per cercarvi non tanto le gesta degli eroi sui campi di battaglia quanto gli esempi di solidarietà e di cooperazione civile; esempi forse rimasti nell’ombra ma non per questo meno rilevanti, forse al contrario. Il 23 gennaio alle 17 presso l’aula Dioniso dell’Unical celebreremo la “nostra” Giornata della Memoria. Porteranno il loro contributo Alfredo Eisinberg, Galileo Violini, Cesare Pitto ed Enrico Esposito illustri relatori che proporranno spunti di riflessioni ed esperienze personali sulla tragedia della Shoah. Al dibattito seguirà la proiezione del film “TRAIN DE VIE” di Radu Mihaileanu, che tratta in maniera allegorica e quasi comica il tema dell’olocausto.
Ribadendo che solo facendo tesoro del nostro passato potremo tracciare le rotte del nostro futuro con la “consapevolezza che tutti gli uomini sono uomini e non ci sono uomini più uomini degli altri” sono tutti invitati a partecipare.


1 commento:

Anonimo ha detto...

Great work.