sabato 12 aprile 2008

Dispositivo conclusivo Conferenza d'Organizzazione regionale CGIL Calabria

La CGIL Calabria, nell'ambito della Conferenza d'Organizzazione regionale, tenutasi a Caposuvero nei giorni 3 e 4 Aprile 2008, assume il documento politico nazionale e regionale; fa propria la relazione della compagna Vera Lamonica, segretaria generale CGIL Calabria e l'intervento del compagno Mauro Guzzonato, segretario nazionale CGIL e i contributi venuti dal dibattito. Con la Conferenza regionale d'Organizzazione si conclude una fase di intenso lavoro e d'iniziativa politica della CGIL Calabria che ha coinvolto, attraverso le 77 conferenze di Categoria territoriali; le 7 conferenze Confederali di territorio; le 11 conferenze regionali di Categoria e le conferenze delle Donne, dei Giovani delegati e del Sistema Servizi, migliaia di lavoratrici e lavoratori. Iscritti, giovani quadri, Rsu aziendali, precari, disoccupati, pensionati che hanno fornito un prezioso contributo di idee, elaborazioni, proposte, critiche per Rinnovare, Rafforzare ed Adeguare la CGIL Calabria al nuovo contesto sociale, economico e istituzionale realizzatosi nella nostra regione. Una discussione contrassegnata da una tensione etica e ideale che non va dispersa e che dovrà sempre più rappresentare il terreno di coltura in grado di dare concretezza ad una rinnovata missione sindacale che abbia come riferimento la centralità del lavoro dalla quale nessuna politica di sviluppo può prescindere. La Calabria, oggi più che mai, esprime una domanda di spirito etico e senso delle istituzioni, di cambiamento e di rinnovamento. Avverte la necessità e il bisogno di voltare pagina, di lasciarsi alle spalle antiche arretratezze, provando a trovare una propria via per lo sviluppo. Lo esigono i tanti giovani laureati e diplomati che continuano ad abbandonare una terra avara d'opportunità, le lavoratrici e i lavoratori precari che operano da anni nella pubblica amministrazione, sfruttati e costretti a rincorrere come un miraggio il sogno della stabilizzazione, i lavoratori espulsi dalle attività produttive in crisi, i giovani e le donne disoccupati e inoccupati mai entrati nel mercato del lavoro, i tantissimi anziani che vivono in uno stato di endemico disagio e povertà, le popolazioni delle zone interne, i migranti su cui è esercitata una pressione e una discriminazione insopportabile, le tante imprese, sane, moderne, intraprendenti bloccate e messe in ginocchio dalla presenza soffocante della �ndrangheta, attraverso l'esercizio d'una oppressione e di un crescente clima di violenza, che non ha precedenti nella storia della nostra regione. Una crescita invasiva, quella della �ndrangheta, che va oltre la Calabria, e che trova linfa vitale nel rapporto e negli intrecci di interessi con i livelli dell'apparato burocratico, politico, amministrativo ed imprenditoriale. Determinando un vero e proprio sistema di rapina delle risorse pubbliche, che mortifica i livelli del vivere civile comprimendo le libertà individuali e collettive, restringendo gli spazi di democrazia e vanificando sul nascere qualsivoglia politiche di sviluppo. Va rafforzata, quindi, la capacità investigativa e repressiva da parte degli organi dello Stato, puntando ad individuare i flussi economici criminali e recidendo i legami con la politica, la pubblica amministrazione e l'imprenditoria. E' questa una situazione che va affrontata e superata con la consapevolezza che oggi alle forze sane della regione, alla CGIL e all'insieme del Movimento Sindacale è assegnato un ruolo difficile e importante ma anche di speranza, che richiede grande incisività, coerenza e coraggio. E' necessaria, pertanto, una azione sindacale forte che coniughi la difesa e l'espansione dei diritti dei lavoratori con la necessità, non più rinviabile, di dare corso a politiche di sviluppo economico-sociale solidali, che favoriscano la coesione dei territori e che facciano leva sulla specificità delle risorse naturali, umane e culturali endogene. Facendo della legalità e della sicurezza, della trasparenza nella gestione della cosa pubblica e della programmazione delle ingenti risorse Comunitarie, le condizioni essenziali per una effettiva e positiva modernizzazione della Calabria. Non dimenticando l'altissimo tributo di vite umane, e di infermità invalidanti, che i lavoratori e le lavoratrici della Calabria stanno pagando rispetto agli incidenti sul lavoro. L'emanazione del Testo Unico sulla Sicurezza rappresenta una prima risposta strutturale. E' necessario, ora, una nostra incisiva e continua azione di rilancio delle tematiche della sicurezza e prevenzione, a partire dalla costituzione delle RLS e degli RLST in tutti i luoghi di lavoro e sul territorio. Occorre, quindi, rinnovare e rafforzare il profilo della nostra organizzazione, adeguandola al nuovo contesto e dotandola di nuovi strumenti operativi. L'obiettivo essenziale che vincola e impegna tutti i livelli di direzione della CGIL Calabria è da perseguire attraverso:
la costituzione del NIDIL in tutti i territori e a livello regionale;
la costituzione, in tutte le strutture, del Dipartimento per le politiche a tutela dei diritti dei Migranti;
la costituzione della Consulta regionale dei giovani quadri e delegati;
la costituzione dei Forum delle Donne;
l'impegno, almeno due volte l'anno, della convocazione della assemblea della rappresentanza sindacale di base;
la costituzione delle cabine di regia, nell'ambito dei dipartimenti d'organizzazione, a livello regionale e confederale territoriale, con funzione di coordinamento e di indirizzo delle politiche dei servizi, che comprenda il livello confederale, le categorie, lo SPI e il Sistema dei Servizi;
la costituzione dell'osservatorio regionale sulla contrattazione di II° livello e sulla attività degli Enti Bilaterali;
dare luogo, anche in Calabria, all'accorpamento della Filtea e della Filcem;
procedere diffusamente alla costituzione dei Comitati degli iscritti oltre che nei luoghi di lavoro, nelle Camere del Lavoro Comunali e Zonali. E' necessario, inoltre:
avviare un progetto Confederale, strutturato e permanente, di formazione rivolto al quadro dirigente, fortemente calibrato sui giovani e sulla RSU,RSA e RLS;
nelle province dove insistono più strutture territoriali, occorrerà dare corso alla costituzione di Coordinamenti di Settore e di Categorie per promuovere azioni omogenee, piattaforme rivendicative contrattuali condivise su materie e problematiche di riferimento contrattuale provinciale.
sviluppare una riflessione relativa alle categorie che per le trasformazioni, regionali e territoriali in atto, sono costrette a svolgere, sempre meno, o limitatamente un ruolo di contrattazione, individuando, con i livelli nazionali, sbocchi e percorsi organizzativi che ne favoriscano, se ritenuto utile e funzionale, il possibile superamento.
realizzare attraverso la contrattazione di filiera, di sito e di distretto, una nuova rete di rappresentanza intercategoriale, che permetta la ricomposizione del lavoro a partire dal coordinamento nei settori dove insistono più Contratti Nazionali;
coordinare a livello regionale l'avvio e l'attività degli UVL e dei SOL;
costituire un coordinamento tra confederazione regionale, categorie e territori per rendere ancora più funzionale il processo di canalizzazione;
dotare l'organizzazione dell'Anagrafe degli iscritti e dell'Anagrafe delle aziende per la realizzazione d'una banca dati;
rafforzare e ampliare il rapporto di collaborazione con le associazioni collaterali e di emanazione sindacale quali: Federconsumatori, Sunia, Auser e Alpa;
valorizzare e rendere permanente il legame tra la CGIL e i giovani studenti medi e universitari attraverso la collaborazione con l'UDU;
le Camere del Lavoro, unitamente agli attuali Centri Regolatori, devono concorrere alla selezione dei gruppi dirigenti. La CGIL ha bisogno di una nuova e più forte Confederalità, che a livello territoriale sia in grado di dare corpo ad azioni sindacali e rivendicative che perseguano obiettivi di politiche sociali che abbiano come elementi centrali l'inclusione, la solidarietà, il riequilibrio territoriale, e accanto, politiche di sviluppo economico che possano determinare lavoro e buona occupazione. In merito alle Camere del Lavoro locali, occorre recuperare il ruolo originario di presidio democratico del territorio, rilanciandone la funzione politica confederale, perseguendo una loro crescita nel territorio e nelle Città. Camere del Lavoro che, a partire da una nuova qualità delle tutele, tornino ad essere elemento di elaborazione, spazio democratico di confronto tra le associazioni, luogo di Direzione della Contrattazione Sociale e Territoriale, attraverso livelli di Coordinamenti nei quali interagiscono la Confederazione, le Categorie, il Sistema dei Servizi, le Leghe SPI. Con la Conferenza lanciamo la campagna straordinaria di adesione e di proselitismo alla CGIL, con le modalità e le forme previste nel documento politico regionale già approvato dal Comitato Direttivo regionale.
Caposuvero 3-4 aprile 2008

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