COSENZA - Tutti assolti. Ai giudici della Corte d'assise di Cosenza è stata sufficiente una camera di consiglio di poco più di un'ora e mezza per demolire le ipotesi accusatorie contro 13 militanti no global della Rete del sud ribelle, accusati di un reato gravissimo, associazione sovversiva, in relazione agli incidenti accaduti nel corso delle riunioni del G8 di Genova e del Global Forum di Napoli del 2001. Sono passate da poco le 19 quando la Corte rientra in aula e il presidente Maria Antonietta Onorati legge il dispositivo: la Corte "assolve tutti gli imputati da tutti i reati loro rispettivamente ascritti perché il fatto non sussiste". Una sentenza che non viene commentata dal pm Domenico Fiordalisi, che dall'inizio della vicenda giudiziaria, il 15 novembre 2002, quando scattarono gli arresti, ha seguito l'inchiesta. Il magistrato, alla lettura del dispositivo, scuro in volto, lascia immediatamente l'aula dalla porta riservata ai giudici. Le richieste di Fiordalisi erano state pesanti. Appena tre mesi fa aveva chiesto la condanna di tutti e 13 gli imputati a complessivi 50 anni di reclusione e 26 di libertà vigilata. Le condanne più pesanti, sei anni di reclusione e tre di libertà vigilata, Fiordalisi le aveva chieste per il deputato uscente di Rifondazione comunista Francesco Caruso; per il leader dei Disobbedienti del nord-est, Luca Casarini, e per Francesco Cirillo. Poi quelle minori: tre anni e sei mesi per Lidia Azzarita, Alfonso De Vito, Michele Santagata, Anna Curcio, Antonino Campennì, Salvatore Stasi e Peppe Fonzino; due anni e sei mesi per Vittoria Oliva, Claudio Dionesalvi ed Emiliano Cirillo. Tutte richieste respinte dalla Corte d'assise cosentina, che invece assolve tutti gli imputati al termine di un processo iniziato nel dicembre del 2004. E subito comincia la festa. Gli imputati presenti, tra i quali Caruso, ed un centinaio di no global che dal primo pomeriggio attendevano la sentenza, escono dal Tribunale e festeggiano con spumante e cori contro la Digos e inneggianti a "siamo tutti liberi". "E' la dimostrazione - commenta soddisfatto Caruso - che si é trattato di un teorema accusatorio costruito ad arte per aggredire e zittire i movimenti. Al di là di questa sentenza, dobbiamo organizzarci per continuare a sovvertire e cospirare felicemente a partire da oggi nei nostri territorio fino al G8 della Maddalena del 2009, quando ci ritroveremo a cospirare senza i Fiordalisi ed i loro teoremi repressivi tra le scatole". E mentre Caruso festeggia a Cosenza, uno dei suoi legali, Annalisa Senese, annuncia la richiesta di risarcimento dei danni, "anche per il ritardo con cui è stata riconosciuta l'innocenza degli imputati a causa dell'irragionevole durata del processo". "Molto contento" si dice anche anche Casarini, raggiunto dalla notizia dell'assoluzione lontano da Cosenza, che definisce la sentenza un "fatto politico importante" che "finalmente rovescia la verità artefatta che su Genova qualcuno voleva costruire. Questo 25 aprile sarà ancora più bello".
di Alessandro Sgherri - tratto da ANSA.it
venerdì 25 aprile 2008
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